Ortopedia classica

La chirurgia ortopedica nel corso degli anni ha subito un costante sviluppo e ha reso desuete molte procedure che pur nei loro limiti tecnologici avevano o validi presupposti biomeccanici o  consentivano  di risolvere e/o ridurre il dolore pur se talvolta a scapito della motilità come per esempio nelle artrodesi. Non perdere la memoria di questo patrimonio degli anni passati è importante perchè comunque se ne può trarre insegnamento. Infatti non raramente tecniche chirurgiche considerate ormai sorpassate sono tornate alle ribalta come nel caso delle osteotomie femorali o di bacino quali alternative conservative alla protesizzazione. Allo stesso modo è venuta meno la conoscenza delle patologie rare che, anche se infrequenti , non sono meno importanti e non possono essere disconosciute. Lo scopo di questo capitolo dedicato alla ortopedia “classica” è proprio quello di presentare tecniche chirurgiche o casi che spesso le nuove generazioni di chirurghi ortopedici non hanno occasione di osservare. Carenza tanto più grave quanto non colmata dall’ insegnamento in tutti gli atenei della storia dell’ ortopedia e della patologia osteoarticolare rara.

Osteotomia femorale di resezione-angolazione di Milch

Henry Milch 60 anni fa presentava la sua tecnica di trattamento delle patologie dell' anca. Di li a poco nel 1960 Sir John Charnley con la sua protesi totale d' anca avrebbe rivoluzionato il panorama ortopedico al punto che da quel momento in poi ci sarebbe stato solo un prima e un dopo la protesi.